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Premio Vullo

Caro Presidente, cari Consiglieri, care colleghe, cari colleghi giovani e meno giovani, autorevoli Rappresentanti  delle Istituzioni (civili e religiose), gentile pubblico...
Desidero esprimere a tutti la mia profonda gratitudine per la vostra presenza qui, oggi, per una giornata così  significativa per i medici di Ferrara e, in particolar modo, per me, che vengo insignito del premio  "Medico d'Italia Carlo Urbani".

 

Sono felice e onorato di essere stato designato quale destinatario di un premio così prestigioso e di così alto significato. Infatti esso porta il nome di un medico "senza frontiere" che ha fatto della sua professione una missione umanitaria per alleviare le sofferenze delle popolazioni più svantaggiate, tanto da perdere la vita per un contagio contratto in Vietnam della malattia che egli stesso aveva contribuito a individuare: la SARS. Inoltre tale premio è stato conferito,prima che a me, a importanti personaggi di levatura nazionale e internazionale come, ad esempio, Guido Bertolaso, insignito, peraltro, di altre importantissime onorificenze.

Anch'io ho avuto l'onore di ricevere qualche altro riconoscimento, ma devo confessare che questo è, per me, sia dal punto di vista professionale che affettivo, il più speciale e il più importante....Speciale e importante in quanto esso mi viene conferito dall'Ordine dei Medici (al quale sono iscritto dal 1954) e nella mia città d'elezione: Ferrara, città che amo, in cui ho vissuto felicemente per tanti anni.

Il premio Carlo Urbani mi viene attribuito con alcune motivazioni che il dott. De Sanctis ha prima ricordato. Fra queste mi si riconosce:
- la responsabilità del successo del programma di profilassi della talassemia;
- il merito di aver facilitato il passaggio di bambini e adolescenti con talassemia a una condizione di adulti con un ottimo inserimento psico-sociale.

Permettetemi di esaminare, in breve, il primo punto: il successo della profilassi.
In effetti, come ha ricordato il dott. De Sanctis, sono anni che a Ferrara non si riscontrano più casi di pazienti con talassemia. Questo risultato, tuttavia,non è dipeso solo da me,ma è stato reso possibile da chi è venuto prima di me, da chi mi ha affiancato nel periodo in cui ho retto il “Centro per la cura e la profilassi della talassemia” e da chi mi è succeduto dopo che ho lasciato ogni responsabilità in questo campo.

Per quanto concerne chi mi ha preceduto non posso non ricordare il prof. Marino Ortolani che, per primo, ha attivato programmi per la lotta alla Talassemia e che ha lasciato a Ferrara un importante bagaglio di nozioni e di esperienze,oltre a una consolidata tradizione assistenziale.

Questa eredità ha permesso a me e ai miei collaboratori di mettere a punto programmi di sensibilizzazione della popolazione, di screening, di consultorio genetico e di diagnosi prenatale che hanno conseguito, nel tempo, completo successo. Questo successo,tuttavia,non sarebbe stato possibile senza l'appoggio dell'Amministrazione Ospedaliera e delle Istituzioni del Territorio e senza l'efficiente collaborazione delle biologhe del Laboratorio di diagnosi prenatale e dei medici del Centro della Microcitemia fra i quali desidero ricordare la dott.ssa Giovanna Salsini, il precocemente scomparso dott. Giulio Cristofori e il dott. Marco Lucci. Ma,oltre al loro, devo segnalare, anche,l'intervento generoso e importante di medici e docenti universitari esterni alla mia struttura. Fra questi non posso non ricordare.
- il prof. Italo Barrai che ha agevolato e reso possibile la valutazione dell'efficacia sulla popolazione dei programmi di profilassi della talassemia;
- il prof. Bovicelli di Bologna,senza l'aiuto del quale il programma di diagnosi prenatale sarebbe partito con grave ritardo;
- la dott. Bernadette Modell di Londra che ci ha coinvolti nei programmi internazionali di educazione sanitaria sulla talassemia.

Inoltre il fatto che i risultati dei programmi di prevenzione della talassemia si siano mantenuti costanti nel tempo, dopo che io ho lasciato il mio ruolo attivo, è dovuto all'azione e al coordinamento del dott. Vincenzo De Sanctis che è ,ora,responsabile e coordinatore regionale dei Centri per la profilassi e la cura della talassemia e all'azione esercitata dai medici e dai laboratoristi dell'Istituto di Genetica Medica della nostra Università, diretto dal prof. Enrico Gandini prima, dalla prof. Elisa Calzolari poi, e recentemente dalla prof. Alessandra Ferlini.

Vengo,ora, alla motivazione che mi riconosce il merito di aver condotto i bambini con talassemia verso una condizione di giovani adulti, con una vita personale e relazionale "normale".

Questo risultato ha potuto essere conseguito grazie a un impegno corale di tante persone: medici e non medici,oltre che all'esistenza di fattori favorenti. Io, forse, ho avuto soltanto il merito di aver piantato il "seme della speranza" in una situazione e in un tempo (il 1972, anno della mia venuta a Ferrara) in cui i pazienti con talassemia erano considerati malati gravi da ospedalizzare, con precarie prospettive di vita.

Ora i bambini di quel tempo sono adulti, alcuni con figli, altri con situazioni professionali o di affermazione personale sovrapponibili o migliori rispetto a quelle di coetanei non talassemici.

Questo risultato si è potuto raggiungere grazie alla collaborazione incondizionata di tanti che mi hanno affiancato con dedizione, professionalità e grande umanità nella ricerca delle condizioni assistenziali più efficaci e vantaggiose per i nostri pazienti.

Innanzitutto i medici e il personale tecnico e paramedico del reparto di ricovero e del Day Hospital Talassemici, il primo day hospital di questo tipo istituito a livello nazionale.

E vorrei qui ringraziare i tanti medici di reparto che si sono avvicendati nell'assistenza ai pazienti. Mi è impossibile citarli tutti. Ricordo,quindi,soltanto due delle "colonne" del Day Hospital: la dott. Rita Gamberini, che è tuttora responsabile del Servizio, e una figura "storica" di questa struttura: il dott.Gigi Borgatti,che,con la sua grande simpatia e umanità, era riuscito a stabilire un forte legame affettivo e di fiducia coi pazienti. E' doveroso, anche, ricordare il grande contributo assistenziale offerto dalle bravissime infermiere che si sono succedute nel tempo a fianco dei medici.

E' ovvio che la terapia dei pazienti, che è fondata innanzitutto sulle trasfusioni, non avrebbe potuto essere praticata e aggiornata con le modalità necessarie senza l'efficiente assistenza della Banca del Sangue e del Centro Trasfusionale e senza il contributo generoso e costante dei donatori coordinati dall'AVIS. Permettetemi, quindi, di rivolgere un pensiero grato, oltre che agli attuali responsabili di queste fondamentali strutture di supporto, allo scomparso prof. Cesare Menini, per lungo tempo attento e partecipe interlocutore del nostro reparto, sempre pronto ad assecondare le esigenze trasfusionali dei nostri pazienti.

Desidero sottolineare, inoltre, come un ruolo cruciale per il passaggio all'età adulta dei nostri assistiti è stato svolto proprio dal dott. De Sanctis che, con la collaborazione della dott. Beatrix Wonke di Londra, ha studiato e approfondito tutti gli aspetti endocrinologici dei pazienti con talassemia, monitorando il loro sviluppo puberale e consentendo a un buon numero di essi di poter avere dei figli. A questo proposito desidero ricordare che il dott. De Sanctis e la dott. Wonke hanno organizzato proprio a Ferrara un importantissimo convegno internazionale sulla maturazione sessuale dei pazienti con talassemia, contribuendo a collocare la nostra città all'avanguardia nelle conoscenze degli aspetti endocrinologici di questa patologia.

Man mano che i nostri pazienti crescevano e si sviluppavano abbiamo avuto bisogno della consulenza di altri specialisti operanti in ospedale e all'Università. Mai ci è mancata la loro collaborazione attenta e sollecita.

Vorrei, ora, soffermarmi su un'altra condizione essenziale che ha favorito l'applicazione di pratiche vantaggiose a favore dei pazienti con talassemia..... la collaborazione dei pazienti stessi e delle loro famiglie che, attraverso l' "Associazione per la lotta alla talassemia", hanno affiancato e agevolato la nostra opera alla ricerca di tutti i possibili miglioramenti nella complessa gestione terapeutica della malattia.

A questo proposito non si può non ricordare che, proprio grazie all'interessamento dell'Associazione è stata messa a punto da un artigiano ferrarese (Francesco Resca) una rivoluzionaria "pompetta" elettronica di piccole dimensioni e di basso costo atta a consentire l'infusione lenta di un chelante del ferro, infusione necessaria per evitare i depositi eccessivi e dannosi di questa sostanza nell'organismo, derivanti dalle frequenti trasfusioni.

Inoltre, grazie all'Associazione e all'inesauribile impegno del suo Presidente Umberto Barbieri e di pochi volontari, è funzionante da molti anni a Ferrara una struttura d'accoglienza per i pazienti che provengono da fuori provincia e da fuori regione, i quali con un modico rimborso-spese trovano ospitalità in un accogliente alloggio direttamente e interamente gestito dall'Associazione. Si tratta di un'iniziativa unica in Italia nel suo genere e dobbiamo essere grati a Umberto Barbieri e ai suoi collaboratori se, anche nell'accoglienza dei pazienti fuori sede, Ferrara si presenta all'avanguardia a livello nazionale.

L'associazione contribuisce anche a favorire la donazione di apparecchiature importanti e a finanziare la ricerca nel campo della talassemia. A questo proposito devo ricordare anche l'attivissima Associazione di Rovigo, presieduta dal dott. Elio Zago, che sta attualmente finanziando un programma di ricerche diretto dal prof. Roberto Gambari dell'Istituto di Biochimica dell'Università di Ferrara. Si tratta di un programma molto importante e ambizioso il cui eventuale successo potrebbe risolvere radicalmente tutti i problemi correlati alla terapia della talassemia.

In conclusione non posso che ringraziare tutti coloro che ho cercato di ricordare e che mi hanno permesso di giungere ai risultati che mi valgono, oggi, questo ambito e graditissimo premio. Premio che desidero dedicare proprio ad essi, ai tanti che mi hanno affiancato e facilitato con competenza e dedizione nel mio difficile ma appassionante percorso di medico.

Fra questi vorrei privilegiare i pazienti e le loro famiglie che, in tanti anni, mi hanno assecondato, aiutato e dato fiducia.

Prima di accomiatarmi, permettetemi di ringraziare ancora l'Ordine dei Medici nella persona del suo attivissimo ed efficiente Presidente dott. Bruno Di Lascio e il dott. Vincenzo De Sanctis che, oltre ad aver continuato la mia opera ed averne qualificato e ampliato il raggio d'azione, si è preso l'onere di presentarmi, consentendomi di vivere un momento di grande soddisfazione ed emozione.

Ai giovani medici l’augurio di poter svolgere con passione e dedizione la loro importante professione e missione.

Grazie a tutti, compreso il pazientissimo uditorio.

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